giovedì 18 aprile 2013

Boyd, A Good Man In Africa

Sentì sul braccio la mano di Priscilla. «È tutto a posto, vero, Morgan?». Sembrava preoccupata e lui ne era colpito. Lanciò uno sguardo a Dalmire che chiacchierava con Jones, e poi guardò di nuovo Priscilla, soffermandosi sulla frangia lucida, sul naso sciocco, sul seno meraviglioso come se fosse la prima volta. L’amore riverberò nel suo cuore come un’esplosione di napalm: un amore stupido, irrazionale, indotto dall’alcol che aveva ben poco a che fare con il sentimento scritto con la A maiuscola. Pensò: se solo potesse averla, in un modo o nell’altro, prima che lei e Dalmire si fossero sposati, be’, allora tutto sembrerebbe più giusto, più equo e corretto. La mano era ancora sul suo braccio, Morgan poggiò la sua su quella di lei.


William Boyd, A Good Man In Africa
[Traduzione di Annie and the cherry]

sabato 6 aprile 2013

Pensiero metropolitano #19

Ieri sera in metropolitana, dopo una lunga giornata in ufficio, ho teso l'orecchio e ho rubato un dialogo.
Lei: "Oggi ho rifatto la carta d'identità. Guarda".
Lui ride: "Libera?! A 'stato civile' ti hanno scritto 'Libera'!" 
Lei arrabbiata: "VIsto? 'Libera'! E' da folli! E se non ero libera, che ero? In schiavitù?".

In effetti...


lunedì 1 aprile 2013

L'albatros

Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra,
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.


Alda Merini