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domenica 9 dicembre 2012

Benni, Saltatempo #2

Papà mi raccontò che la notte prima c'era stato un delitto, il primo delitto del paese dopo la guerra. Favilla il fabbro era impazzito, aveva ucciso la moglie con una ficilata e si era sparato in bocca. Senza motivo, dicevano, ma non era vero. Gli usurai lo avevano rovinato. Si era indebitato per aprire un negozio di ferramenta, e non ne veniva più fuori.
- Chi sono gli usurai - dissi - e chi vende droga in paese?
- Te lo dirò solo quando sono sicuro - disse papà - l'unica cosa di cui sono certo è che i soldi sono diventati diversi, non sono più qualcosa che tieni in tasca per comprare quello di cui hai bisogno. Sono dei macigni, che calano sulla testa della gente e la stordiscono, nessono più dice che gli sta andando bene, tutti sono scontenti, i soldi non bastano mai.

Stefano Benni, Saltatempo

[Un altro brano tratto dal romanzo Saltatempo, dove il cancro della modernità contagia la genuinità della vita di paese. Ambientata più di mezzo secolo fa, la storia è di stupefacente attualità. Lettura consigliata!]

domenica 2 dicembre 2012

Benni, Saltatempo

Mi sento stanco, la pesca all'acquadella è impegnativa, non come la corrida ma quasi. Mi sdraio sui sassi e metto i piedi nella corrente. Sento che qualcosa sta succedendo, il fiume ha ripreso a scorrere, forse non sarà come prima, ma ci riproverà, i pesci torneranno, forse le ruspe smetteranno di scavare e rubar ghiaia. Le cose muoiono: questa è la prima cosa che non puoi cancellare, una volta che l'hai davvero scoperta. Le cose guariscono, le cose ricominciano, le cose tornano. Questa è una cosa bella da tenere in testa, ma non la puoi avere sempre, la speranza fa il gioco del sole nel bosco, sparisce, riappare un attimo, poi di nuovo è ombra e scuro.

Stefano Benni, Saltatempo
 

[Consiglio a tutti la storia di Saltatempo, un ragazzino un po' strano forse, ma con un dono prezioso. Coinvolgente e pieno di sentimento, il romanzo sa strappare più di un sorriso. In perfetto stile Benni.]