sabato 6 ottobre 2012

Words mean more than what is set down on paper



« [I]l suo corpo rigido disegnava piccoli cerchi per terra mosso dal vento che si era alzato a sera». Non so descrivere come ho reagito a quelle parole. Non mi ricordo. Non mi ricordo se ho sentito un tuffo al cuore. Non mi ricordo se ho lasciato cadere la biro che tenevo in mano, se mi sono coperta la bocca con le mani, o se invece sono rimasta immobile, come di pietra. Ricordo solo un pensiero: mai più. Non scriverò più di lei. Come faccio?, mi dicevo, come faccio? I miei post sono frivoli, il mio blog è frivolo. Con che faccia io – al sicuro nella pace della mia quotidianità – invio i miei post a Suspence, asserragliata tra morte e dolore, strazio e disperazione? Non posso. Non sto leggendo un romanzo, mi ripetevo, quella è la realtà. La realtà nuda e cruda. Sventrata e dilaniata.

Ci ho messo qualche settimana prima di comunicare a Suspence la mia decisione. Vorrei ma non ce la faccio, le ho detto. Sono anche le tue parole che mi tengono aggrappata alla realtà, mi ha risposto, è come se mi raccontassero com'era la mia vita prima di venire qui in Siria. Ok allora, le dico e mi dico. E penso come a volte le situazioni prendano pieghe assurde: dovrei essere io a incitarla ad andare avanti. E invece no: è lei a farlo. Che forza che ha! Come un grande albero ai cui piedi scorre furiosa l’acqua sporca di un fiume tracimato dagli argini, un albero che fatica a non spezzarsi, ma che, nonostante tutto, si sforza di reggere tra le sue fronde e infondere coraggio a un uccellino atterrito da quello che accade.

Va bene, Suspence, eccomi tornata a scorrere il tuo blog indietro negli anni. A leggere dei tuoi mille e più spasimanti e soprattutto di Tall l’Adone: bello, alto, statuario e con… doti da urlo. Ritrovo te, e ti ritrovo più fragile – o forse no, quella che ultimamente è più fragile sono io -, ti ritrovo lì, avviluppata nelle spire dell’amore, accecata dalla passione prorompente per un uomo che pare il Principe Azzurro. Eccoti ora alle prese con il Divin Marchese che insegna alle fanciulle i segreti del piacere. E non posso non immaginarti avviluppata al tuo Adone – tu e lui che quei segreti li conoscete, eccome! Mi intenerisco e ti invidio leggendo del tuo amore per lui e del suo amore per te. Rido divertita di fronte alle tue situazioni imbarazzanti, pensando che per fortuna non sono la sola a cui capitano. E rifletto con te sulle cose che fanno riflettere due quasi-trentenni. Mi gusto ogni tuo post. E mi balugina un’idea…

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