Ad A. pare incredibile come le basti leggere il nome di una città esotica per farla viaggiare lontano. La mente le dipinge davanti agli occhi paesaggi d'incanto, che quasi si accavallano e si fondono in un unico stupore. Le terrazze assolate nei pomeriggi greci, il cui bianco abbacinante è quello delle coltri di neve nei silenziosi boschi svedesi, dove il verde intenso delle conifere contrasta con quello più sbiadito delle pianta caraibiche battute dal sole, i cui fiori però hanno lo stesso colore dei tramonti passionali nel cuore dell'Africa.
«Mi sento così in gabbia in questa vita?».
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