venerdì 24 febbraio 2012

Pensiero metropolitano #1

Stamattina in metropolitana si siede di fianco a me una giovane psicologa. Una di quelle che crede di appartenere a una razza superiore.
Impettita, tira fuori dalla borsa Louis Vuitton un computerino d'ultima generazione. Lo accende, apre il file con la cartella clinica di una paziente e, con aria da intellettuale, inizia a scrivere.
"A. mi parla di un film che ha visto dei fantasmi."


Ogni volta che un incapace pieno di sé scrive, un manuale di stile si suicida.

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