domenica 25 dicembre 2011

Caro Babbo Natale, ti scrivo dal 1911

Chi da piccolo non ha mai preso in mano una biro e, la calligrafia incerta e il cuore ricolmo di speranza, ha scritto l'elenco dei doni che avrebbe voluto farsi portare da Babbo Natale? Chi non ha mai immaginato, fremendo nell'attesa, il simpatico vecchio frugare nel grande sacco della posta, estrarre quella lettera e leggerla compiaciuto?
E' quello che devono aver immaginato la piccola Hannah e il fratellino Fred quando presero un foglio e, come ogni bambino, scrissero i loro desideri a Santa Claus. Era il 1911.
La loro lettera è stata ritrovata di recente: una scoperta che ci fa assaporare il gusto di un dolce Natale antico. Così riferisce l'Irish Time:

Negli anni si sarà pure un po' bruciacchiata, ma la lettera a Santa Claus scritta cento anni fa e di recente ritrovata in un camino di Dublino non ha perso nemmeno un grammo della magia del Natale.
La Vigilia di Natale del 1911, nella loro casa di Oaklands Terrace, Terenure (o Terurnure, come scrissero i bambini) a Dublino, un fratello e una sorella, che si firmarono "A o H Howard", scrissero la loro personalissima lettera a Santa Claus, elencando i doni che desideravano ricevere senza dimenticare di augurargli buona fortuna.
La posero poi nel comignolo, di fronte alla camera da letto, di modo che Santa Claus, scendendo giù dal camino per entrare in casa Howard alle prime luci dell'alba, l'avrebbe di certo notata.
La lettera è stata scoperta nel 1992 da John Bryne, attuale abitante della casa, durante i lavori d'installazione del riscaldamento centralizzato. Da allora l'ha custodita quale ricordo di un'epoca passata, ma il segno inconfondibile dell'innocenza dei bambini è ben riconoscibile ancora oggi.
Il messaggio a Santa Claus era caloroso ed esplicito: "Voglio una bambola e un impermeabile con il cappuccio e un paio di guanti e una mela candita e un penny d'oro e un sixpence d'argento e un grande toffee".
La casa ha cambiato proprietari più e più volte nel corso degli anni - la famiglia Bryne vi si è trasferita nel 1961 - ma la lettera è riuscita a sopravvivere.
"All'epoca i camini erano fatti di mattoni e avevano una mensola su ogni lato" ha detto John Bryne, che lavora nel settore dell'edilizia. "E la lettera era proprio su una di quelle mensole."
Solo un po' bruciata dal fuoco acceso in tutti questi anni, la lettera è rimasta sorprendentemente intatta e, oltre alle richieste di regali a Santa Claus, i bambini non hanno dimenticato di abbellirla con dei disegni e di scrivere un augurio di buona fortuna rivolto al destinatario.
Secondo il censimento del 1911, nell'anno in cui venne scritta la lettera abitavano a quell'indirizzo tre bambini. I due più piccoli, Hannah, 10 anni, e Fred (forse diminuitivo di Alfred), 7, sembrerebbero gli autori della lettera: i loro nomi corrisponderebbero, infatti, alle iniziali usate nella firma.
[Da: Dear Santa Letter sent 100 years ago found up chimney, Irish Time. Traduzione di Annie and the cherry]

sabato 17 dicembre 2011

C’era una volta Storybrooke


C’era una volta, anzi c’è ancora una cittadina nel Maine, un’isola felice dove la vita scorre silenziosa. I cittadini vivono tranquilli e appagati, assopiti nella loro quotidianità. Tutto a Storybrooke pare immobile, immutabile. Come in un vecchio libro di fiabe. Solo l’intuito, fantasioso e puro, di un bambino si agita inquieto: Storybrooke nasconde un mistero favoloso. Incredibile a pensarci: i suoi abitanti sono i personaggi delle fiabe che tanto amiamo, scaraventati nella nostra realtà dalla maledizione di una perfida regina. Le vite amene ed eterne di Biancaneve, del Principe Azzurro, di Tremotino e degli altri sono state ridotte in frantumi, i loro ricordi repressi negli antri più reconditi della memoria. Il piccolo Henry sa che esiste un solo modo per spezzare l’incantesimo: la forte e disillusa Emma è l’unica speranza, la speranza che Storybrooke ha di tornare a vivere.


Con Once Upon A Time, l’era sanguinosa delle serie TV dedicate ai vampiri tramonta ufficialmente, lasciando il posto al mondo incantato delle fiabe, ritratte qui in tutta la loro magia e modernità. Una serie TV che non si può non definire geniale. L’immaginario si intreccia con il reale in maniera tanto perfetta e costante che l’uno sembra il proseguimento o la logica conseguenza dell’altro. In una cittadina dove solo lo sguardo profondo di un bambino riesce a mostrarci la realtà oltre la realtà, si muovono personaggi ideati ad arte: una Capuccetto Rosso sexy e trash che serve ai tavoli da Granny’s, un avido Tremotino che riscuote gli affitti di tutta la città, il sindaco Regina che domina incontrastata su Storybrooke, e con loro tante altre creature fantastiche impegnate a condurre vite paradossalmente normali. Tutto in Once Upon A Time – dai nomi dei personaggi alle vicende, dalle intricate relazioni umane ai grovigli d’amore – è creato con intelligenza e acume. Ogni episodio è un prezioso tassello del grande puzzle delle fiabe che regala allo spettatore insperati colpi di scena e lo rende partecipe di una mirabile storia capace di stregarlo e ammaliarlo, facendolo quasi vivere in un sogno, sospeso tra realtà e fantasia. Dopotutto, come ci insegna l’enigmatico Mr. Gold, «si dice che i sogni siano ricordi, ricordi di un'altra vita». Benvenuti a Storybrooke.


 [Immagine modificata da Annie and the cherry]



lunedì 12 dicembre 2011

Verso casa

Purtroppo non conosco la letteratura svedese. Il paese di ghiaccio e neve, dalla gente cordiale e dai dolci traboccanti di cannella, mi ha sempre affascinato: a volte mi ritrovo a fantasticare organizzando nella mia mente un nuovo viaggio in quella terra magica e suggestiva, animata da antiche tradizioni e da una ricca mitologia. Stamattina, invece, ho provato a immaginare il suono della lingua e, in particolare, come deve suonare in svedese la poesia Verso casa (traduzione Franco Buffoni) del Premio Nobel 2011 per la Letteratura, il poeta Tomas Tranströmer.

Verso casa
Corse fuori nella notte la telefonata rifulgendo in campagna e nelle periferie. 
Poi dormii preoccupato nel mio letto d’albergo.
Somigliavo all’ago di una bussola portato nel bosco da un fondista col cuore palpitante.



sabato 10 dicembre 2011

Creatività di Natale

Gli origami mi sono sempre piaciuti. Quelle poche volte che in passato mi ero cimentata nella realizzazione di qualche piccola opera d'arte cartacea, però, avevo sempre ottenuto risultati molto deludenti e alla fine avevo deciso che la nobile arte giapponese non faceva per me. Finché l'altro giorno, vagando per la Rete, ho trovato Folding Trees, un sito molto interessante con tutorial davvero ben fatti. Una loro creazione mi ha particolarmente colpito: si chiama Kasudama e consiste in un'esplosione di fiori. Ho deciso di realizzarne una in versione natalizia così da poter adornare un po' la cucina. Utilizzando i colori tipici di questo periodo (rosso, oro, blu, verde), ho realizzato un fiore:





Poi tanti altri:



E infine li ho incollati insieme, in una vera e propria meteora di colori:



Un'attività rilassante e ricca di soddisfazioni. Un'esperienza da ripetere al più presto!