venerdì 30 marzo 2012

Pensiero metropolitano #7

Stanca da una giornata di lavoro, accendo la radio. Vorrei ascoltare un po' di musica, pop magari. Magari una di quelle canzoncine del momento, che durano in classifica per poche settimane e che mi mettono una gran voglia di ballare. Ma la radio trasmette solo gente che parla e io mi fermo sul programma che mi pare meno stupido e noioso. Ascolto: cosa hanno in comune Kate Middleton e Lady D.


Credo che mi comperò un iPod e ci caricherò un bel po' di canzoni.

mercoledì 21 marzo 2012

Pensiero metropolitano #6

Se c'è una cosa che proprio non mi spiego è come si faccia a leggere certi giornaletti femminili.
Ne sfoglio uno distrattamente mentre sono in coda all'edicola: "Il segreto della felicità? Un fidanzamento ufficiale", "Laura Chiatti: faccio sesso dieci volte alla settimana", "Cosa dicono le stelle?". Quanta spazzatura e mediocrità.
Getto la rivistuccia su una pila di quotidiani, pago la mia copia di NatGeo e me ne vado.

lunedì 19 marzo 2012

Pensiero metropolitano #5


Metro verde, h 7.15. Due ragazzi sui diciassette anni ripassano latino prima dell’interrogazione. Si divertono a ripetere i motti di sfottò che i contemporanei indirizzavano a Cicerone: “Certo che quel Cicerone se la prendeva di brutto”. E poi Catullo. E da Catullo a Saffo. E poi discutevano del valore della sessualità e del matrimonio nell’antica Grecia, quando quest’ultimo non era null’altro che un mero accordo tra persone: “Giusto così, è stato il Cristianesimo a rompere le palle”. E poi Medea: “Tu l’hai letto? Se vuoi te lo presto. Stasera vado a vederlo a teatro”. “Io la settimana scorsa ho visto a teatro Le allegre comari di Windsor”. “Sai cosa odio del teatro? Che ci entrano cani e porci, anche quelli che non sono preparati sull’opera, allora non la capiscono e fanno casino”.

Mi vengono in mente le parole di certi adulti che, ormai passata la mezza età, cercano di esaltare la propria scarsa cultura pontificando sull'ignoranza dei giovani d’oggi.
Secondo me, in molti casi è tutta invidia.

lunedì 12 marzo 2012

KONY 2012

In un epoca in cui combattere per un ideale sembra troppo spesso diventato uno stupido spreco di tempo, voglio rendere onore e meriti all'associazione Invisible Children che, grazie alla forza dei giovani e in nome di ciò che è indiscutibilmente giusto, sta portando avanti in tutto il mondo la lotta per porre fine agli efferati crimini di Joseph Kony. Una lotta che mira a rendere famoso Joseph Kony, non per celebrarlo ma per portare la sua bestialità agli onori della cronaca. E per fermarlo. 


Tutti devono sapere.


Il video qui sotto è il film ufficiale che racconta la storia e i progetti dell'associazione. Dura una mezz'oretta circa. Smettete per un attimo di cazzeggiare su Facebook o Twitter e guardatelo. E condividetelo.



venerdì 9 marzo 2012

Pensiero metropolitano #4

Ieri mi si è avvicinata una donna di mezza età. Un occhio tumefatto, il labbro superiore squarciato da una ferita incrostata, la donna si stringeva nel cappotto, sorretta da una ragazzina. Quindici anni, forse, e gli occhi opachi.
"Scusi, sa dov'è il consolato del Brasile?".
"No, mi dispiace, però può chiedere a quel vigile laggiù".
"Sì, grazie".


Buon otto marzo.

lunedì 5 marzo 2012

Fai bei sogni

E' possibile aver paura di leggere un libro? No, niente libri del terrore con mostri, assassini e torture. Parlo di un libro che narra la storia di un figlio. E di sua madre. 
E' possibile aver paura di leggerlo?
Ieri sera, nella trasmissione di Fazio, Gramellini - l'autore - ne ha letto un estratto: un bambino prega per la madre appena defunta. Un altro bambino bisognoso di cure muore in un ospedale durante la guerra. Un atroce segreto. Questo è tutto quel che so di questo libro.
E, ieri sera, mentre ascoltavo lo scrittore, un nodo mi ha stretto la gola. E ho pianto.
Non ho subito alcun lutto né ho mai sofferto un dolore feroce. Ho studiato letteratura e, si sa, le letterature - soprattutto quella tedesca - sono piene di morti. Quindi non capisco perché le sue parole mi abbiano turbata così tanto. Anzi, il mio lato cinico non ha esitato a suggerirmi che è facile far commuovere accostando un bambino alla tragedia della morte.
Eppure ieri sera ero turbata. Non so perché, ma il pensiero di leggere questo libro mi terrorizza. Sarà perché, se la più grande sofferenza è non essere più amati, allora questa può toccare a tutti. E anche a me.


Il romanzo di una vita alla ricerca della felicità -

giovedì 1 marzo 2012

Pensiero metropolitano #3

Metro gialla. Due ragazze siedono una accanto all'altra, i capelli ben raccolti e gli occhi azzurri fissi suoi loro smartphone collegati a Facebook. Arrivati a Duomo, le due balzano in piedi, i tacchi a stiletto simili alle loro esili gambe, e, ridacchiando tra loro, zampettano giù dal treno. Salgono altre due ragazze, le cosce abbondanti e il visto tondo. Composte, si siedono l'una accanto all'altra, i capelli arruffati e gli occhi piccoli che fissano attraverso gli occhiali un manuale di linguistica francese l'una e un tomo di psicologia l'altra.

Due facce della stessa medaglia.