domenica 16 dicembre 2012

Una dichiarazione da Dio

Che io detesti un certo modo sensazionalista di fare giornalismo è cosa nota. Non sono una giornalista e non ho studiato per diventarlo, è vero, ma siamo tutti così sopraffatti da notizie e reportage e articoli e servizi che ci bombardano a ogni ora che non è possibile non avere una propria opinione a riguardo. La mia è molto semplice: la maggior parte dei notiziari e dei quotidiani sono oramai alla stregua delle più squallide riviste di gossip o dei programmi di intrattenimento più sordidi. Quelli, per intenderci, che fanno leva sui sentimenti umani - sulle disgrazie o sulle gioie altrui, pateticamente esasperate - per innalzare gli ascolti o vendere qualche copia di giornale in più. Perché è la "spettacolarizzazione" degli avvenimenti quella che ci viene propinata dai mass media: ogni evento è trasformato in spettacolo. Uno spettacolo macabro, il più delle volte, di cui non ci vengono risparmiati i dettagli più crudi e intimi. E così l'omicidio Scazzi diventa una sorta di reality, i criminali divantano star della TV, la triste storia della dolce Yara una specie di partita a Cluedo in cui giocare a fare i detective.
Mi conforta sapere di non essere l'unica a pensarla così. Di oggi la dichiarazione di Morgan Freeman, il Dio nero di molti film, riguardo alla recente sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook: 

Volete sapere perché? Forse vi sembrerà cinico, ma ecco il perché. 
Il perché sta tutto nel modo in cui i mass media riportano la notizia. Mettete sul TG e guardate il modo in cui trattiamo il killer della prima di Batman o quello del centro commerciale nell’Oregon: li trattiamo come celebrità. Dylan Klebold e Eric Harris sono oramai nomi noti, ma conoscete il nome di una sola delle *vittime* della Columbine?
Persone squilibrate, che altrimenti si ammazzerebbero tutte sole nella cantina di casa loro, vedono il TG e decidono di diventarne protagonisti facendo qualcosa di ancora peggiore, per andarsene, così, in maniera memorabile. Perché una scuola elementare? Perché i bambini? Perché lui sarà ricordato come un mostro terribile, anziché come un triste signor nessuno. 
Secondo un articolo della CNN, se il numero dei corpi “sarà confermato”, si tratterà della seconda sparatoria con più vittime dopo il Virginia Tech, come se queste statistiche rendessero una strage peggiore di un’altra. Poi hanno mostrato una video intervista a bambini di 8/9 anni che raccontano nei dettagli tutto quel che hanno visto e sentito durante la sparatoria. Fox News ha sbattuto in primo piano la faccia dell’assassino, tappezzandone i servizi per ore. 
E gli articoli o i reportage che si concentrano sulle vittime ingnorando l’identità dell’assassino? Finora non ne ho visto nemmeno uno. Perché non venderebbe. Quindi: congratulazioni a voi, media sensazionalisti, avete appena innescato la scintilla nella mente di qualcuno che vorrà fare di peggio e si metterà a sparare in un asilo o nel reparto maternità di un ospedale. 
Quel che potete fare è dimenticarvi il nome di quest’uomo e ricordavi il nome di almeno una delle vittime. Quel che potete fare è donare per la ricerca sui disturbi mentali, anziché additare il porto d’armi come problema da risolvere. Quel che potete fare è spegnere il TG. 
Morgan Freeman
[Traduzione Annie and the cherry]

 

6 commenti:

  1. è verissimo, la spettacolarizzazione del criminale è ormai di norma, questo può solo indurre altri folli a ricercare lo stesso tipo di visibilità con stragi ancora più grandi e terribili.

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    1. Esatto! Non dico che la responsabilità di una strage sia da imputare al giornalismo, questo no, MAI! Però credo che un certo modo sbagliato di fare giornalismo fomenti - indirettamente e senza volerlo - alcuni comportamenti.
      Che sia la persona psicolabile che decide di fare una strage o semplicemente la vittima di una qualche situazione che va a farsi commiserare in TV, poco cambia. L'importante che si punti sul sensazionale. O almeno così mi sembra.

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  2. Credo che il neologismo "infotainment" renda perfettamente l'idea... è l'equivalente mediatico del "panem et circensem"

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    1. Esattamente, Davide. Grazie del tuo commento! Riassume perfettamente quello che cercavo di dire.

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  3. Ormai "certa" TV vive di sensazionalismo e si abitua e ci fa purtroppo abituare alle tragedie, come i bambini morti per la guerra o per la fame di cui non si parla praticamente più.

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    1. Hai ragione, Primula. La cosa triste è che, dato che alcune situazioni non fanno notizia, un certo tipo di giornalismo le ignora.
      In Sud Sudan, per esempio, è in corso una grave emergenza umanitaria di cui nessuno parla. Tutti, però, si occupano della strage alla Sandy Hook, perché è un evento che dato in pasto ai lettori/telespettatori risulta più eclatante, più lacrimevole.
      Ma anche questo interesse è evanescente, dura qualche giorno e poi svanisce. Un po’ come le mode…

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