mercoledì 12 dicembre 2012

12 dicembre: In ricordo di una strage

12 dicembre

Era così buio, tre anni fa. Era metà mattina ma sembrava notte. E il silenzio. Le altre sono andate in corteo, io non ci sono riuscita ad andare con loro. Ci sono andata da sola. Arrivata in Duomo, le ho sentite arrivare, e ho intravisto Simona. Credo che anche lei mi abbia vista ma mi ha lasciato sola. Una morte è già un macigno. Tutte quelle morti, e in quel modo poi, non potevo affrontarle come una scampagnata. Mi faceva male il cuore, e quel silenzio nel buio sembrava irreale. Ogni cosa sembrava sospesa. Ho avuto paura che succedesse qualcosa. Che scoppiasse un'altra bomba. Quella mattina mi è rimasta dentro, e ora, tre anni dopo, so che quando ho voltato le spalle alla piazza per tornarmene a casa, alla fine dei funerali, ho voltato le spalle a qualcosa di più.


Eri indignato anche Tu, vero? Eri addolorato anche Tu, vero? È per questo che hai spento la luce? Tutte quelle morti hanno spento dunque anche la Tua luce?

Franca Cavagnoli,  Non si è seri a 17 anni

4 commenti:

  1. già a volte certe cose spengono davvero la luce, si spera però sempre che qualcuno possa riaccenderla.
    splendido brano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie del tuo commento, Michele! Nel giorno in cui tutti pensano al 12 che si ripete, mi fa piacere che ci sia qualcuno come te che si ferma a ricordare una delle stragi più sanguinose del nostro Paese.

      Il brano è tratto dal romanzo "Non si è seri a 17 anni" di Franca Cavagnoli. Te lo consiglio caldamente. Così come ti consiglio l'opera prima della stessa autrice, "Una pioggia bruciante": pura poesia.

      Elimina
  2. Bellissimo brano. Parole scarne ma dense di significato, capaci di evocare sangue senza mai nominare quel termine.
    Le tragedie come questa andrebbero evocate così non con proclami solenni ma occasionali, bensì con il ricordo pacato e costante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazia anche a te, Primula, per il tuo commento! Concordo: l'autrice è maestra della parola, sa usarla in maniera mirabile. Conosce il peso e l'intensità di ogni singola parola che usa, scava nel suo intimo.
      E sta proprio in questo la drammaticità di questo brano: poche righe ma dense, dire senza dire - segno di un dramma vissuto nel profondo.

      Ti consiglio la lettura del romanzo, così come dell'opera prima dell'autrice, "Una pioggia bruciante". Quest'ultima è pura poesia, credo ti piacerebbe.

      Elimina