venerdì 14 settembre 2012

Suspence #2

Al telegiornale della sera, Hillary Clinton, l'espressione seria e ferrea, discute di un'eventuale risoluzione contro il regime di Assad in Siria. Penso a Suspence. Penso che mi piacerebbe conoscerla di persona. Sono curiosa. Quella curiosità da 007 fai da te che ci assale quando la vita di qualcuno è ammantata di mistero: cerchiamo indizi, creiamo collegamenti, affiniamo l'intuito, scrutiamo quel che ci circonda in cerca della combinazione giusta per incastrare tutti i tasselli. Vorrei sapere che faccia ha, questa Suspence, come sono i suoi occhi, i suoi capelli, il taglio della bocca, il suono della voce. Vorrei conoscere il suo nome per correre a cercarlo sui quotidiani.
Poi decido che tutto questo non è fondamentale. Che non mi serve investigare per trovare riscontri e conferme e soddisfare una curiosità un po' fine a sé stessa. A ogni post che leggo mi sembra sempre più futile rintracciare Suspence nella realtà. Individuare quella Paola-Simona-o-Roberta in carne e ossa per poi dire, magari a bassa voce e con la mano davanti alla bocca, «eccola, è lei!».
Certo, chiacchiererei a lungo con lei - avrei mille domande da farle ed esperienze da farmi raccontare -, ma per ora mi piace pensare a Suspence come a un volto nella folla, alla ragazza seduta di fronte a me in metrò, quella che intravedo riflessa nello specchio del parrucchiere, o che incrocio entrando in un negozio. Decido che per conoscere Suspence la sua presenza fisica non serve. Perché - ne sono sicura - lei è lì, nel suo blog. Tutta quanta.

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