lunedì 11 marzo 2013

Auster, Man in the Dark #2


Noriko se ne sta seduta tutta sola, fissando nel vuoto con sguardo assente, la mente altrove. Passano alcuni istanti e poi lei solleva dal grembo l’orologio della suocera. Apre lo sportellino e d’improvviso sentiamo la lancetta ticchettare muovendosi nel quadrante. Noriko continua a esaminare l’orologio, l’espressione sul suo volto d’un tratto triste e contemplativa, e mentre guardiamo con lei l’orologio sul palmo della mano abbiamo la sensazione di guardare il tempo stesso, il tempo che avanza veloce mentre il treno avanza veloce, spingendoci in avanti dentro alla vita e poi dentro a più vita ancora, ma anche il tempo come passato, il passato della suocera ormai morta, il passato di Noriko, il passato che sopravvive nel presente, il passato che ci portiamo dietro nel futuro.
Lo strillo del treno ci risuona nelle orecchie, un rumore crudele e perforante. La vita è delusione, vero?
Voglio che tu sia felice.
E poi la scena di colpo finisce.

Paul Auster, Man in the Dark
[Traduzione di Annie and the cherry]



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