martedì 27 novembre 2012

Essere A. #3


Il padre di A. non esprime i suoi sentimenti. Mai. Li tiene dentro. Segregati. A volte però si scioglie.
«Io ci sarò sempre. Tranquilla, le spalle te le copro io». A. capisce che lui la vede ancora come la bambina di un tempo, la bambina che cadeva mentre andava in bici e lo cercava con lo sguardo perché l’aiutasse a rialzarsi, la bambina che voleva atteggiarsi da grande ma non arrivava all’ultimo ripiano della libreria e allora lo guardava e lui capiva subito che doveva prenderle quel grosso libro di foto.
A. si sente una funambola alle prime armi, che ondeggia insicura a metri di altezza, ma ora sa che se perderà l’equilibrio cadrà dritta tra le braccia del suo papà, già pronto a prenderla. E gli occhi le si gonfiano di lacrime.

4 commenti:

  1. bellissimo, mi hai fatto ripensare a mio padre, con immensa commozione :)

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    1. Grazie. Sono contenta di averti fatto ripensare al tuo papà. :)

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  2. Quanta tenerezza! L'amore, quello vero, è fatto di gesti...

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    1. Hai ragione, Primula. Grazie del tuo commento. Un abbraccio :)

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