mercoledì 9 novembre 2011

È la stampa, bellezza!

Le disastrose immagini di Genova sono in questi giorni sotto gli occhi di tutti: strade tramutate in veri e propri fiumi, il fango che invade androni e negozi, cantine diventate trappole mortali. Una calamità naturale (evitabile?) che si è trasformata in tragedia: alcuni morti, tra cui giovani e bambini. Un dolore verso cui tutti siamo tenuti al massimo rispetto. O meglio: dovremmo esserlo. Non tutti infatti sembrano trattare con il giusto riguardo gli avvenimenti di Genova. E non mi riferisco solamente alle razzie di finti spalatori. Mi riferisco anche - e soprattutto - ad altri sciacalli che appaiono in video ben vestiti e composti e che si presentano a noi sbandierando il vessillo dell'informazione. 
I telegiornali e la carta stampata hanno trasmesso e pubblicato per giorni immagini apocalittiche, raccontando - accanto alla cronaca dei fatti - storie commoventi di giovani vite spezzate. Fin qui tutto bene. Peccato che, ancora una volta, i nostri giornalisti siano parsi più attratti dall'aspetto eclatante e spettacolare della vicenda più che dai fatti in sé e per sé. Invece di documentare in maniera seria il disastro, molti TG e quotidiani hanno preferito dare spazio alla spettacolarità dell'informazione, pubblicando o mandando in onda reportage strappalacrime al limite del patetico. Come è ormai abitudine consolidata, d'altronde: non appena balza agli onori della cronaca un omicidio, una tragedia, un'esplosione, un crollo e chi più ne ha più ne metta, spunta immancabile un qualche sciacallo dell'informazione che propina agli italiani un servizio "spettacolare" sulle vittime, con tanto di colonna sonora triste, immagini struggenti e fotografie inedite. Il tutto per rendere più eclatanti le notizie, perché - si sa - una notizia eclatante fa più ascolti e piace di più. E così, in nome degli ascolti, i nostri giornalisti che, credo sia opportuno sottolinearlo, sono la fonte attraverso cui conosciamo i fatti che accadono in Italia e nel mondo, arrivano anche ad architettare vergognosi stratagemmi. Ieri e l'altro ieri, Striscia la Notizia - forse l'unico TG degno di questo nome - ha mandato in onda due servizi ("I TG e l'alluvione di Genova" e "Deformazione professionale al TG3") che testimoniano i taroccamenti che alcuni telegiornali hanno propinato ai telespettatori: filmati adattati, immagini d'archivio spacciate per attuali, fotografie rubate ad altri episodi di cronaca. Insomma, la solita disinformazione all'italiana.
D'altra parte, cosa possiamo aspettarci da mezzi busti dell'informazione che arricchiscono l'edizione serale lanciando un servizio su importantissime questioni che tolgono il sonno agli italiani: "Belen è incinta?" oppure "La Canalis ha un nuovo fidanzato?".
Forse dobbiamo iniziare a fare piazza pulita di un certo modo spazzatura di fare giornalismo. Sì, proprio noi: perché siamo noi telespettatori ad avere il potere. Cambiamo canale!

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